La Selva di Malano si estende sulla destra orografica del Fiume Vezza, affluente del Tevere e porta all'apice la ricchezza di reperti archeologici, spesso misteriosi, che caratterizzano quest'affascinante vallata. Una valle che assume talvolta i connotati di una forra o comunque ne presenta le asperità tipiche, come balze, rupi e calanchi che tradiscono la complessità geo-morfologica della zona. Nella foto ecco il cosiddetto "Primo Sasso del Predicatore", che precede il "Secondo", poco distante. Si tratta di nomi arbitrari scaturiti da un mix fra la fantasia popolare della zona e le suggestioni degli escursionisti. Fatto sta che si sta delineando negli ultimi anni una vera e propria toponomastica spontanea della valle - vero "museo rupestre" a cielo aperto (gratuito) - per segnalare manufatti di cui il mondo accademico si è accorto solo recentemente e che rimangono avvolti dal mistero, riportandoci alle epoche più antiche, allorquando gli uomini popolarono queste fertili terre di cui apprezzavano senza dubbio le risorse ma di cui percepivano anche la sacralità.
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